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IV Fase

Anno inizio: 
1998 to 2013

L’ospedale psichiatrico condensa, nella sua esperienza storica di ‘separatezza’ dalla città reale, anche il suo essere oggetto, per i teramani, di un luogo teorico da dover ‘riconquistare ai sani’ attraverso progetti di rifunzionalizzazione che si intensificano a far data soprattutto dagli ultimi anni Novanta. A seguito della chiusura del Servizio sanitario per il disagio mentale (1998), l’area urbana, interessata dal piano regolatore della città e soggetta a un piano particolareggiato, diventa infatti oggetto di riflessione e di dibattito cittadino, sia per le aspettative di apertura al pubblico dell’ex nosocomio, sia per impiantare nell’esteso ‘contenitore edilizio’ una serie di servizi e di attrezzature utili alla cittadinanza. La stessa Asl, proprietaria della struttura, provvede alla redazione di un progetto che, sulla base di una relazione dell’Agenzia del Territorio (2009), dividendo il complesso in 3 isolati, immagina di rifunzionalizzare le strutture di sua pertinenza. Il tema del manicomio e della sua utilizzazione diventa motivo di interesse costante nell’opinione pubblica, anche con l’allestimento di mostre fotografiche, pubblicazione di volumi e saggi diversi, nonché creazione di siti internet. Si susseguono numerosi progetti, miranti a ospitare servizi pubblici, università, dormitori per studenti, edilizia privata, musei e istituti di studi sul disagio mentale, a testimonianza di un dibattito, non avulso da polemiche giornalistiche, tuttora in corso.

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