Con la seconda tranche dei lavori, nel febbraio 1936 si dà il via alla realizzazione dei padiglioni Direzione-Amministrazione [RI_4_2_9; RI_4_2_10; RI_4_3_3], Osservazione-Infermerie [RI_4_2_11; RI_4_2_12], Lavanderia [RI_4_2_13; RI_4_2_14; RI_4_3_7], Servizi Generali [RI_4_2_15; RI_4_2_16; RI_4_3_8], Semiagitati-Sudici Donne [RI_4_2_17; RI_4_2_18], e Agitati Uomini e Donne (rimarranno però sospesi) [RI_4_3_14], che si scontrerà tuttavia immediatamente con le difficoltà finanziarie dello Stato, impegnato nella guerra abissina, con la difficoltà di reperire le materie prime e con la lievitazione delle spese, conseguenti alle sanzioni internazionali imposte all’Italia
L’ingresso alla Direzione, al quale si vuole dare particolare rilevanza, è studiato in dettaglio nella decorazione da Milani, come scrive egli stesso a Novelletto nel 1937 [RI_4_3_4; RI_4_3_5], cura che caratterizzerà anche la progettazione del portale che introduce al complesso, dotato di guardianie [RI_4_2_19; RI_4_2_20; RI_4_3_10]. A partire dall’inizio del 1938 Milani è invitato a rivedere i progetti, modificando la distribuzione interna dei padiglioni in esecuzione per abbattere i costi di costruzione e aumentare il più possibile il numero dei posti letto, sacrificando a tale scopo uffici e sotterranei. Tutti gli edifici subiranno in corso d’opera una decisa semplificazione formale, relativa sia alla reintegrazione, per quanto possibile, dei volumi aggettanti all’interno del corpo di fabbrica principali sia alla riduzione all’essenziale del trattamento decorativo dei prospetti, operazione immediatamente percepibile confrontando i disegni di progetto con quanto effettivamente realizzato.
La morte di Milani, sopravvenuta il 26 giugno 1940, segnerà l’effettiva battuta d’arresto nella realizzazione del manicomio, del quale rimarranno incompiuti l’ala sinistra dell’Osservazione-Infermerie e il padiglione Semigitati-Sudici, fermi al primo livello per la difficoltà di reperire il ferro necessario per armare le strutture portanti e i solai. A pochi giorni di distanza, il 7 luglio successivo, l’Ufficio tecnico provinciale presenta un progetto suppletivo, a firma dell’ingegnere Tullio Mercadanti e del geometra Gino Dell’Uomo D’Arme, per il completamento dei due padiglioni ancora incompiuti, la cui messa in funzione è divenuta ormai cogente poiché un numero cospicuo di malati di mente continua a essere ospitato nel vecchio ospedale interno alle mura reatine. Conformemente al nuovo progetto i due padiglioni, semplificati rispetto all’idea originaria di Milani, saranno completati entro il 1941 [RI_4_3_6; RI_4_3_9].
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