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IV Fase

Anno inizio: 
1928 to 1931

 

Nel 1928 l’Amministrazione provinciale di Messina entra in possesso dell’Ospedale psichiatrico; due anni dopo, il 27 giugno 1930, contraendo un mutuo decennale di L. 8.000.000 con la Cassa Nazionale delle Assicurazioni Sociali, acquista dagli eredi Mandalari la proprietà dell’intera struttura. Alla data il complesso ospedaliero ospita 1230 ricoverati, che diventano 1330 il 31 maggio 1931, sebbene il Commissario Prefettizio dell’epoca valutasse, come limite massimo di accoglienza della struttura, a lavori di ristrutturazione ultimati, il numero di 800 posti letto [ME_4_1_3].

Per fare fronte alle aumentate esigenze di assistenza tra il 1930 e il 1932 è avviato, per iniziativa della Provincia, un nuovo piano di ampliamento e ristrutturazione dell’intero complesso ospedaliero; ciò comporta l’esproprio dei terreni confinanti a est dell’area originaria, riservandoli all’edificazione di nuovi padiglioni, e di altre aree poste tra il torrente Tremonti-Ritiro e la strada provinciale per Palermo, destinandole ad ampliare l’attività ergo-terapica, volendo configurare la colonia agricola come una vera e propria azienda [ME_4_2_1].

Il progetto per l’ampliamento e sistemazione dell’ospedale psichiatrico Mandalari, redatto dall’Ufficio tecnico della Provincia (che utilizza in parte un precedente progetto dell’ingegnere Bruni) prevede, non solo la ristrutturazione dei padiglioni esistenti con criteri moderni, ma anche la costruzione di nuovi padiglioni: un padiglione per 90 posti letto, destinato alle donne epilettiche e agitate [ME_4_3_7], un padiglione per tubercolotici e malattie infettive, e un padiglione per ospitare la camera mortuaria e la sala per le autopsie. Significativamente, sono inoltre costruite la nuova lavanderia e la sala per gli spettacoli.

In tal modo l’ospedale psichiatrico appare essere composto di due parti: quella a monte, con i padiglioni e il pensionato [ME_4_3_15], destinata all’ospedale propriamente detto; quella a valle, tra il torrente Giostra e la strada provinciale per Palermo, destinata invece alla lavanderia e alla colonia agricola.

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