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RE IV fase

Anno inizio: 
1929 to 1950

Con la direzione di Aldo Bertolani (1929-1952) le strategie di modificazione dello spazio e delle architetture del S. Lazzaro rivelano due aspetti dominanti: il rispetto del programma spaziale definito sotto Tamburini e Guicciardi, e l’aggiornamento figurativo e costruttivo delle nuove soluzioni edilizie. Nel primo triennio di direzione, sono eretti tre nuovi padiglioni (su progetto di Getulio Artoni), Morselli (1929-31), Tanzi (1930-32) [4.3.14] e Buccola (1930-32). I primi due nascono come edifici gemelli, destinati all’osservazione delle donne e degli uomini (AOSL, BBSS, b. 415, c. 2.7.6.14); il terzo, destinato alle ammalate tranquille lavoratrici, ha una pianta ad H e si sviluppa su due piani [4.2.17, 4.2.18, 4.2.19]
Nel 1933 è indetto un concorso, aperto ai professionisti della provincia di Reggio Emilia, per la sistemazione delle aree occupate dai villini Pompeiano, Inglese e Svizzero, tutti e tre in stato di abbandono. è premiato il progetto di Giuseppe Bertani e Pellegrino Spallanzani che realizzeranno il padiglione De Sanctis [4.3.12]; al secondo classificato, Getulio Artoni, è commissionato l’edificio contiguo, il Besta [4.3.11], per pensionarie paganti. Nel maggio 1935, mentre questi fabbricati sono in costruzione, si avvia la demolizione dei villini Inglese e Pompeiano.
Più limitati sono gli interventi di ristrutturazione e ampliamento di edifici esistenti, tra cui i padiglioni Marchi (poi Golgi), Charcot e Vassale. Del primo sappiamo che è stato modificato nei primi anni trenta, raso al suolo da un bombardamento nel 1944 e poi ricostruito. Nel padiglione Charcot (poi villa Rossi) si attua un prolungamento verso ovest delle due ali dell’impianto a C, e assumerà una conformazione ad H. Il padiglione Vassale risulta ampliato con l’aggiunta di un secondo piano sul lato ovest. Infine, la colonia-scuola Antonio Marro è demolita nel 1936.

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