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RE III fase

Anno inizio: 
1907 to 1928

L’attività edificatoria nel ventennio di direzione di Augusto Guicciardi (1907-1928) può dividersi in due fasi: la prima, dalla data di nomina a direttore alla prima guerra mondiale, e la seconda corrispondente al decennio 1919-28. Il nuovo direttore si adopera per un ampliamento degli spazi di degenza. La prima iniziativa risale al 1907 con la proposta di creare una sezione per prosciolti e violenti da porsi in una struttura preesistente, modificata all’uopo: il casino Galloni, padiglione per “alienati pericolosi” che prende il nome di Sezione Lombroso. I lavori di adattamento sono diretti da Spallanzani (1808-09); alle estremità del fronte posteriore sono aggiunte due ali uguali e simmetriche a un solo piano, contenenti le celle di contenzione dei violenti. Il secondo intervento di adattamento è la sopraelevazione del corpo delle officine (1909), su progetto di Spallanzani, che consente di creare nuove stanze di degenza. Inoltre, ai fini di una più efficace somministrazione delle cure idroterapiche, i bagni ricavati nel corpo di fabbrica di collegamento tra i padiglioni Esquirol e Conolly sono radicalmente rinnovati.
Intorno al 1912, villa Valsalva e villa Chiarugi sono ristrutturate per convertirle in degenza per pensionate e nel 1914 è approntata una tettoia in ferro di collegamento tra le due, munita di tamponamenti esterni che all’occorrenza potevano dare vita ad uno spazio di svago per le malate. Inoltre, per fare fronte alla pressante richiesta di posti letto, si decide di ripensare radicalmente la distribuzione di locali e funzioni della fabbrica delle “stuoie”, trasferendone le attività e riconvertendo l’edificio a dormitorio; inizialmente accoglierà 35 ragazzi frenastenici, poi trasferiti al Daquin, opportunamente riadattato.
Nel 1913 la proposta di costruire un nuovo padiglione destinato ai semitranquilli lascia intravedere la possibilità di liberare spazi nell’Esquirol, suggerendo un riadattamento dell’intero complesso (Conolly collegato all’Esquirol) come “ville di salute per Signori”, dato il loro pregio architettonico. L’anno successivo, però, si ipotizza la demolizione dell’Esquirol e la costruzione di un edificio di pari ingombro, ma lo scoppio della guerra e ripensamenti dissuadono dall’avviare tale progetto.
Oltre a questi lavori, sono costruiti tre edifici nuovi: il villino inglese, il padiglione Tamburini e il padiglione Livi.
La decisione di erigere un nuovo edificio per pensionanti (villino inglese), risale agli ultimi mesi del 1907 quando si affida a Spallanzani l’incarico di realizzare un villino “di architettura semplice e moderna, a un sol piano rilevato, composto di 4 camere oltre al vestibolo”. Il 31 marzo 1908 Spallanzani consegna il progetto [4.2.14] e contemporaneamente si sistema a verde lo spazio esterno. I lavori sono ultimati nel 1910 e nel 1912 è completato l’acquisto degli arredi. Nel 1923 il villino inglese, al pari dei villini pompeiano e svizzero, risulta irrimediabilmente danneggiato e poi demolito. Il padiglione Tamburini, destinato a infermeria donne e opera di Spallanzani, è iniziato nel 1912; già nel 1919 dà segni di cedimento nelle volte e nel 1922 è utilizzato come infermeria per i feriti di guerra, nonostante non sia ancora stato ultimato. Il 12 marzo 1913 Spallanzani presenta i disegni di progetto del padiglione Livi, edificio pensato per alloggiarvi i semitranquilli; la capienza doveva garantire 150 posti, oltre a 15 infermieri, provenienti dall’Esquirol e dal Conolly.
Il decennio 1919-29 è avaro in materia di interventi edilizi: una ricostruzione, un riadattamento di scarsa importanza e solo due nuove e importanti imprese edilizie. La ricostruzione seguita a un incendio di alcuni fabbricati della colonia agricola e la sistemazione, tra 1924 e 1925, del padiglione Daquin, destinato ai 35 ragazzi frenastenici provenienti dal locale detto delle stuoie. Interventi di maggiore consistenza sono l’edificazione della colonia-scuola “Antonio Marro” per bambini deficienti emendabili e quella del complesso di abitazioni per il personale impiegato nel manicomio. Esito della trasformazione di villa Levi, la scuola è inaugurata nel 1921, dopo la regolarizzazione del volume originario e l’aggiunta di due ali alle estremità del fabbricato. In quanto alle residenze dei dipendenti, nel 1919 si redige il progetto di un piccolo villaggio da impiantarsi all’estremità ovest dell’area, immediatamente fuori dal recinto. è un villaggio di 24 palazzine servite da 4 strade interne, con annessi giardino e un piccolo edificio per “bassi servizi”. Nel progetto le abitazioni si sviluppano su tre piani, ma in realtà saranno costruite a due piani.

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