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III fase

Anno inizio: 
1931 to 1953

Un nuovo impulso alla storia costruttiva del complesso si determina a seguito della scissione della Provincia di Terra d’Otranto e della conseguente istituzione delle Province di Lecce, Brindisi e Taranto, per le quali l’ex manicomio si trasforma in Consorzio ospedaliero, denominato Ospedale Psichiatrico Interprovinciale Salentino, nel 1931. L’OPIS, infatti, poteva svolgere le funzioni di ricovero e cura degli ammalati di mente in maniera autonoma, con propria organizzazione amministrativa e giudiziaria, in base alla legge del 1904. Un primo risultato si concreta nella costruzione del terzo padiglione uomini.

Nel 1939, sotto la direzione del professor Umberto De Giacomo, si realizzano ulteriori ampliamenti con la costruzione del padiglione Villa Salento, destinato agli alienati a pagamento, a un piano, di fronte alla portineria. Questa la descrizione dello stato dei luoghi a tale data, nelle testimonianze raccolte dall’ultimo direttore della struttura psichiatrica, Luigi Sinisi: “Su entrambi i lati del lungo e largo vialone centrale, si disponevano, l’uno dopo l’altro, grandi alberi di pino silvestre […] Continuando a percorrere tale vialone, più avanti, sulla sinistra, si trovava il primo padiglione uomini, formato da due piani, ubicato in gran parte nella sede originaria dell’ex convento. Sulla destra si trovava il primo padiglione donne, formato anche da due piani. Proseguendo oltre, sullo stesso viale, ecco affacciarsi, sulla sinistra, il secondo padiglione uomini, e, sulla destra, il secondo padiglione donne. Più avanti ancora, da ultimo, sulla sinistra, il terzo padiglione uomini, ancora ad un piano, quello terra, ma prossimo ad avere il secondo. Più distante, alle spalle del secondo padiglione donne, si scorgeva il padiglione di isolamento, detto poi di infermeria. Gli ammalati in osservazione e quelli in cura intensiva, erano accolti nei primi due padiglioni, uomini e donne, tutti gli ammalati agitati ed epilettici erano collocati nei secondi padiglioni. I lavoratori agricoli e gli artigiani invece, erano sistemati nel terzo padiglione”.

Grande importanza fu assegnata alla ergoterapia. Nel primo padiglione donne vengono sistemati dodici telai per la tessitura a mano e una saletta attigua viene adibita alla confezione di calze, al cucito e al ricamo. Alcuni ammalati vengono impegnati nella calzoleria – collocata nei locali dell’ex forno – in cucina e nella lavanderia. In un grande ambiente del primo padiglione uomini, prima adibito a dormitorio per i tranquilli, viene infine creato un cinema teatro [LE_4_3_7].

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