Il primo progetto di Palazzotto del 1884, redatto dopo aver visitato diverse strutture già realizzate, prevede un grande complesso simmetrico con la parte iniziale a est su via Pindemonte e quella conclusiva verso ovest formate da un’esedra, sedici padiglioni collegati da un camminamento coperto, e nella parte centrale i servizi generali, le infermerie e l’ammissione, con una struttura simmetrica ortogonale alla principale [PA_4_2_3]; la tipologia d’impianto proposta richiama con evidenza quella del manicomio di Voghera (1876). Nella variante del 1888 questa soluzione è modificata, con l’introduzione sul lato est di una struttura a pettine al posto dell’esedra, con la previsione sia dell’edificio dell’Amministrazione, posto in via Pindemonte, sia di altri padiglioni aldilà della larga strada in asse con l’Amministrazione; stabilisce così una corrispondenza, lungo un asse perpendicolare, tra il complesso ammissione/cappella/servizi generali, e gli edifici della clinica, posti anch’essi simmetricamente [PA_4_2_4].
Approvato il progetto del 1888, attraverso una gara che stabilisce tre appalti di lavori iniziano le opere per la fondazione del nuovo manicomio. Per descrivere il progetto originario, si riporta una sintesi della relazione presentata da Palazzotto, pubblicata nell’appendice della rivista “Il Pisani” del 1898, quando erano già stati inaugurati (1892) alcuni padiglioni nuovi, permanendo la divisione fra i locali della Vignicella e l’antica Real Casa dei Matti: “Un ampio e lungo viale alberato con ingresso dal palazzo di Amministrazione fronteggiante sulla via Pindemonte, conduce sino in fondo all’Asilo. Lungo questo viale, un po’ rientrati, sorgono i padiglioni delle varie sezioni e dei nuovi ammessi da un lato, gli edifici della Clinica, i Villini per paganti ed i padiglioni pei sudici paralitici e bambini dall’altro. Questi fabbricati così disposti e circondati da giardinetti formano un insieme gajo e danno al viale l’aspetto di una contrada delle città moderne […].
Descrizione dei diversi edifizii. Palazzo d’Amministrazione: questo edificio, dal quale ha ingresso l’Asilo, prospetta sulla Via Pindemonte ed è destinato ad abitazione dell’alto personale d’assistenza e di servizio ed agli Uffici amministrativi. La sua ubicazione sul fronte della via pubblica, da cui hanno accesso le abitazioni e gli ufficii, toglie qualunque ingerenza delle famiglie dei funzionarii e degli impiegati, coll’interno dell’Asilo[…]. Padiglione per nuovi ammessi: Entrando nell’Asilo dall’androne del Palazzo dell’Amministrazione e percorrendo il grande viale, si perviene in uno spiazzo, ove da un lato fronteggiano gli edifizii della Clinica e dall’altro il Padiglione per nuovi Ammessi, da cui si accede alle varie sezioni […]. Sezione Tranquilli: Basandomi sul parere di Autorità competentissime nello stabilire il sistema dei piani nei diversi padiglioni pei tranquilli e semiagitati mi sono attenuto al tipo di padiglioni a due piani [PA_4_2_5; PA_4_2_6]. Questo sistema di separazione così detto verticale, [...] vien reso più facile il servizio e la vigilanza; i malati che giacciono a letto non sono disturbati dal gridio e dall’agitazione di quelli che sono in piedi, e questi alla loro volta possono darsi liberamente al gioco o alla lettura ed al lavoro nel piano di sotto.[…] Ciascun padiglione al pianterreno contiene: […] un passeggiatoio coperto in comunicazione colla galleria di circolazione e colle villette [PA_4_3_10; PA_4_3_11; PA_4_3_12; PA_4_3_13]. […] L’areazione dei dormitori quando tutte le finestre sono chiuse è regolata da ventilatoi circolari con valvole a ventaglio, situati sotto ciascuna finestra […] Sezione Agitati. Questa sezione costa di due padiglioni ad un sol piano, per agitati non furiosi e per epilettici […]. Contiene: nella parte centrale una antisala, una sala per convegno e un refettorio; nelle parti laterali due dormitorii per 16 letti ciascuno con annessi camerini per bagni, lavabo e cessi […]”.
La dettagliata relazione descrive, oltre alla degenza tipo distinta per patologie, la destinazione degli edifici comuni: “Edifizio dei bagni, Palazzo dei servizi Generali, Cappella, Infermerie per malattie comuni, Lavanderia a vapore, Clinica psichiatrica, Sezione sudici paralitici e bambini, Sezione per malattie infettive, Villini per paganti” [PA_4_2_7].
Sotto l’amministrazione presieduta da Giuseppe Balsamo, nel 1892 ha inizio la realizzazione del nuovo manicomio attraverso, come detto, una gara divisa in tre appalti per un totale di £ 503.410,83. Sono realizzate le sezioni degli agitati e semi-agitati, l’edificio centrale della clinica psichiatrica (prima ubicata in due baracche di legno) e inoltre si ristruttura la Vignicella destinata agli uomini. Nel 1898, avendo approvato il piano finanziario, è dato a lotto unico all’impresa Gioacchino Borruso l’appalto per la costruzione completa del nuovo manicomio di Palermo per la presunta spesa di £ 2.582.920. La ripresa del cantiere intercetta un periodo di crisi essendo venute meno nel 1903 le rette erogate dalle province di Catania e di Messina e, nel 1911, quelle di Caltanissetta e di Siracusa.
Tuttavia, per l’interessamento del presidente Giuseppe Chiarchiaro, del direttore Bernardo Salemi Pace con la collaborazione di validi professionisti e alienisti, ma anche dell’ingegner Ignazio Greco, è varato e approvato un nuovo piano finanziario e indetta una nuova gara, vinta dall’Impresa Michele Utveggio-Collura. Sulla rivista “Il Pisani” del 1928 viene pubblicata un’indagine fotografica su alcuni padiglioni ancora in costruzione, che di fatto testimonia il rallentamento dei lavori avvenuto agli inizi del secolo e la sospensione durante la prima guerra mondiale. Nel 1928, però, è già stata costruita buona parte delle sezioni, le infermerie, il complesso dei servizi generali con un laboratorio, una sala chirurgica e le strutture di supporto, oltre al complesso delle cliniche [PA_4_3_2; PA_4_3_3; PA_4_3_4; PA_4_3_5; PA_4_3_6; PA_4_3_7]. L’uso del linguaggio neoclassico, l’impiego della coloritura per fasce orizzontali, il risalto dei basamenti, intervallati da pannellature d’intonaco rosso mattone, la finta orditura muraria, i robusti cantonali e i tetti a padiglione accentuano il senso di ordine e sobrietà, mentre dal generale al particolare si registra il controllo continuo della progettazione.
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