Negli anni successivi all’apertura del manicomio sono gradualmente aggiunti altri corpi di fabbrica, rispettando le originarie piante a “H” dei padiglioni per ammalati.
Tra il 1931 e il 1932 si succedono i progetti del padiglione per i malati infettivi e tubercolotici [MN_4_2_9; MN_4_2_10; MN_4_2_11] e, a est, di quello per i malati lavoratori, edificato nel 1935 [MN_4_2_12].
Nell’aprile 1940 la Provincia giudica d’immediata necessità la costruzione di una lavanderia, poiché la Congregazione di carità aveva accentrato i servizi nella sede di Castiglione lasciando l’ospedale di Dosso del Corso privo di un impianto autonomo: la Provincia aveva già da tempo costruito il corpo centrale del fabbricato che, secondo l’originario progetto [MN_4_2_13], doveva adibirsi a sede della lavanderia e dei servizi di acquedotto. Il padiglione è riadattato e completato e gli sono annessi altri servizi similari (impianto gruppo motori per l’acquedotto autonomo e relativa officina).
Si succedono inoltre interventi volti a migliorare le attività della colonia agricola: nel 1945 è registrato l’acquisto di fabbricati colonici nel fondo Bigattera, nel 1948 il progetto di un fabbricato rurale per la colonia ergo-terapica, dotato di impianti interni a carattere industriale quali panificio, tipografia, calzoleria e falegnameria. Nello stesso anno, una commissione della Deputazione provinciale stabilisce di ultimare l’istituto secondo un più ridotto programma rispetto al progetto del 1914: basterà costruire il padiglione a due piani per malati lavoratori ancora mancante [MN_4_2_14], simmetrico a quello delle donne e ultimare il fabbricato destinato a lavanderia e altri servizi generali [MN_4_3_6; MN_4_3_7].
Entro il 1961 è costruita una nuova portineria [MN_4_3_8] che risolve il problema dell’ingresso, permettendo di ricavare locali per il dispensario neuropsichiatrico, per le autorimesse e lo spaccio. Iniziano i lavori per la costruzione di due laboratori (maschile e femminile), al fine di riunire le varie lavorazioni sparse nei diversi edifici del complesso, e sono in corso sia le opere per il sopralzo di un piano dei Servizi generali, onde poter sistemare i locali di degenza, la farmacia interna, il gabinetto odontoiatrico e l’alloggio del personale religioso femminile, sia la costruzione di una rete cunicolare per la distribuzione in tutto il villaggio ospedaliero dei condotti idrici, elettrici e telefonici.
Nel 1953 si redige il progetto per nuova cucina centrale [MN_4_3_9] e nel 1957 quello per la barchessa [MN_4_3_10]. Al 1963-64 risale la costruzione del nuovo padiglione per cronici tranquilli, con pianta a “L” [MN_4_3_11; MN_4_3_12]: questo edificio è l’unica realizzazione di un più generale piano di riforma datato 1962 [MN_4_2_15], che doveva comprendere ampie risistemazioni, la costruzione di un secondo padiglione per cronici tranquilli riservato alle donne, una nuova chiesa, un teatro e un padiglione neurologico con 80 posti letto.
Nel 1967 s’inaugura un nuovo reparto – IV uomini –, che funziona da Osservazione aperta, poiché le porte non sono chiuse e i pazienti possono circolare liberamente: il reparto è soprannominato La Clinica, perché si presenta come una struttura moderna, non detentiva. Continuano inoltre le riorganizzazioni interne all’istituto: nel 1968 sono sistemati i padiglioni I uomini e I donne; parte del sotterraneo del padiglione dei cronici tranquilli è adattato a scuola per infermieri ed è sistemato il padiglioni uffici. Al 1969 è datato il progetto per la sistemazione generale e sopraelevazione del padiglione neurologico.
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