Prima della dismissione, l'ultimo intervento considerevole risale alla fine degli anni sessanta con la costruzione di un nuovo reparto di degenza per uomini e donne. Nel 1967 l'architetto Vittorio Gandolfi presenta il progetto del padiglione (in seguito denominato Villa Speranza), da realizzarsi a ovest del complesso ospedaliero; ha un impianto a tre corti, che riprende, moltiplicandolo, il modello a corte chiusa dell’adiacente ex convento. Dopo le modifiche apportate a seguito di varianti, i lavori terminano il 31 luglio 1968 [PC_4_2_13; PC_4_3_5]. Alla fine dello stesso anno l’Amministrazione provinciale approva sia un progetto di risistemazione di alcune parti del vecchio ospedale psichiatrico sia uno per la costruzione del padiglione d’ingresso, oltre alla riorganizzazione del reparto Osservazione donne e ai lavori ai tetti, tutte attività eseguite dal 1970. A quelle previste nel progetto si aggiungono altre opere: sistemazione degli scantinati, lavori nel locale del forno, realizzazione di un muro di separazione tra l’edificio d’ingresso e il muro di cinta dell’ospedale, costruzione di una pensilina all’ingresso, sistemazione del piazzale Crociate, opere per il sollevamento e distribuzione dell’acqua potabile e per l’impianto elettrico. I lavori proseguono nel 1972 e 1973 (impianto idro-sanitario, gruppo elettrogeno, tinteggiatura, macchinari da lavanderia). Nell’agosto 1973 appaiono terminate le opere murarie, nel novembre 1974 tutte le opere elettriche, nell’agosto 1975 le opere da falegname e nell’aprile 1977 quelle per gli impianti di riscaldamento.
Letto nella sua globalità, a fine anni settanta l’intero complesso è chiaramente la sommatoria di interventi dilazionati negli anni e frutto della mancanza di una linea progettuale coerentemente concepita, che ha determinato una profonda eterogeneità del costruito, dagli spazi rinascimentali dell'ex convento fino al razionalismo di seconda generazione di Villa Speranza, anche con l’introduzione di un’estrema varietà stilistica nei vari corpi di fabbrica.
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