Dal 1930 viene disposta una riforma generale dell’assetto psichiatrico provinciale che conduce alla trasformazione dei due complessi di San Servolo e San Clemente, da manicomi maschile e femminile a stabilimenti destinati a malati curabili e incurabili: a San Servolo, il maggiore tra i due stabilimenti, si vogliono accentrare i mezzi assistenziali e di vigilanza per i pazienti recuperabili di entrambi i sessi, limitati al numero di 500.