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LEVI BIANCHINI Marco

II fase

Le acquisizioni condotte dalla Congregazione di Carità, ente gestore del Manicomio, nell’esercizio finanziario dell’ultimo quarto del XIX secolo prevedono ricadute significative sul tessuto edilizio sostenendo, d’intesa con la Deputazione provinciale, un percorso di riconfigurazione del centro urbano connotato anche da una singolare sistemazione orografica.

III fase

Nel 1932 la Commissione di vigilanza, composta dal vice prefetto Francesco Falcetti, dal medico provinciale Vito Fiore e dal membro tecnico Giuseppe Montesano, nella sua ispezione al manicomio registra una situazione negativa a causa dell’insufficienza della struttura rispetto al numero dei malati. Anche il nuovo direttore, Marco Levi Bianchini, rientrato da Teramo nello stesso anno, denuncia da subito i problemi edilizi, igienici, tecnici del manicomio. La sua relazione induce il Consiglio di amministrazione a intraprendere una nuova fase progettuale.

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