La configurazione raggiunta, nonostante il progetto del 1955 per la modernizzazione e ampliamento della colonia agricola [ME_4_2_2], e a parte vari interventi attuati per l’aggiornamento degli impianti e per la manutenzione ordinaria degli edifici, è stata mantenuta sino all’inizio degli anni ottanta. Al contrario, sono state progressivamente eliminate tutte le attività integrative come quelle legate alla colonia agricola.
Già molto tempo prima della legge 180/78, l’Amministrazione provinciale di Messina si era orientata verso l’edificazione di un nuovo manicomio in contrada Papardo, poi riconvertito in Ospedale Generale. Ciò aveva creato una situazione di attesa e di sospensione di ogni ipotesi di intervento radicale sulla vecchia struttura ospedaliera, dando così inizio a una lunga fase di progressivo degrado e al contrarsi proprio degli aspetti più “moderni” dell’organizzazione sanitaria, fino alla cancellazione di quell’attività ergo-terapica che aveva collocato l’Ospedale psichiatrico Mandalari all’avanguardia in campo nazionale.
L’attuazione della riforma sanitaria in Sicilia e l’avvento delle UU.SS.LL., tuttavia, consente di tamponare le emergenze più gravi e di gettare le basi di una nuova attenzione nei confronti del grande numero di ricoverati che dovevano continuare a essere assistiti [ME_4_1_4].
Il progetto del 1989 – redatto dall’ingegnere Alberto Russo (capogruppo), dagli architetti Giuseppe Aveni e Salvatore Geraci, e dagli ingegneri Giuseppe Puglisi, Antonio Teramo e Leone Zingales – prevede una serie di interventi edilizi volti al “superamento della struttura manicomiale” e alla sua trasformazione in un organismo concepito come “comunità residenziale per lungodegenti”, con attività integrative e luoghi di scambio sociale, in ottemperanza alle più recenti normative in materia di edilizia sanitaria. Il progetto comprende diverse operazioni di risanamento e riconversione degli edifici esistenti del complesso, divenuti ormai obsoleti e inadeguati ai più moderni standard di sicurezza e igienico-sanitari, risolvendo inoltre una serie di inadeguatezze nei servizi sanitari e negli impianti tecnologici [ME_4_2_3; ME_4_2_4; ME_4_2_5; ME_4_2_6; ME_4_3_1; ME_4_3_2].
Gli interventi successivi al progetto del 1989 riguardano sostanzialmente la sistemazione degli spazi esterni e la ristrutturazione dei padiglioni più prossimi al viale Giostra, nella parte ovest del complesso [ME_4_2_7], destinati alla direzione [ME_4_3_4], al day ospital uomini [ME_4_3_5] e al I Reparto, uomini e donne [ME_4_3_6]. In particolare in quest’ultimo è demolito il lato ovest, aprendo le corti verso la strada di servizio, ed è rimodulato l’interno per accogliere i nuovi uffici della Cittadella della Salute [ME_4_1_5]. Inoltre, sono demoliti i padiglioni che accoglievano il II Reparto uomini e il magazzino viveri, ma sono costruiti ex novo i due padiglioni destinati alla cucina [ME_4_3_12] e al laboratorio analisi [ME_4_2_8; ME_4_2_9; ME_4_2_10; ME_4_2_11; ME_4_2_12; ME_4_2_13; ME_4_3_3].
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