A Giovanni Maria Linguiti, primo direttore dal 1813 al 1825, si devono iniziali interventi di adeguamento della Casa madre, finalizzati alla definizione di un ambiente rasserenante, foriero di tranquillità, dove richiamare i simboli di quella vita quotidiana “esterna” negata agli alienati. Si provvede, cioè, essenzialmente alla riorganizzazione degli ambienti conventuali, basandosi sul principio della netta separazione sia tra donne e uomini, sia tra le diverse tipologie di demenza; alla messa in sicurezza degli ambienti di degenza; alla distribuzione delle postazioni per la sorveglianza e si aumentano i servizi igienici, rendendoli più agevolmente raggiungibili. Si procede, poi, a ridurre il numero delle celle di isolamento a vantaggio di maggiori spazi per attività lavorative e ludiche, tra cui una stamperia, una sala per la musica, una per il biliardo e quella delle “distrazioni”, un teatro e ambienti comuni, in alcuni dei quali si apportano originali innovazioni, come trompe l’oeil, per rievocare scene campestri e rappresentazioni che inducano a “ilarità”. Il manicomio, inoltre, è dotato di ampi orti, aree verdi per salubri passeggiate e giardini dalla regolare quadripartitura a parterre [CE_4_2_1].
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