La complessa stratificazione dei fabbricati, la loro collocazione all’interno del perimetro murato della città e la condizione di alcuni di questi edifici, immaginati ed effettivamente poi configurati come enclave, lasciano cogliere, dell’intera esperienza del manicomio teramano, l’immagine di luogo dove la prossimità fisica alla città palesa, paradossalmente, anche l’esperienza di una ‘separatezza’ dalla condizione del ‘vissuto urbano’.