Dopo la nascita della piccola struttura in contrada Zaera, convinto della necessità di creare a Messina una struttura specializzata per il ricovero e la cura dei malati di mente, e confortato dall’approvazione delle autorità cittadine, il giovane Lorenzo Mandalari avvia la proposta di fondare un nuovo manicomio seguendo i più recenti criteri per l’assistenza degli alienati. Per realizzare tale prima struttura messinese è individuato il complesso dell’ex Convento di Santa Maria del Gesù, posto nella zona nord della città, in località Ritiro, lungo l’argine del torrente San Michele. L’ex convento, danneggiato in occasione di alluvioni e dello straripamento del torrente San Michele-Badiazza, era stato reso accessibile da sud dopo che l’amministrazione comunale aveva provveduto ad arginare il torrente rendendo sicura la zona.
Il progetto, redatto nel 1889 dall’ingegnere Felice Minoliti su incarico del medico Lorenzo Mandalari, prevede l’adattamento a manicomio dell’ex complesso conventuale, che aveva un impianto a forma quadrangolare articolandosi attorno all’attuale piazzale d’ingresso, e a sud-ovest si allungava in un corpo avanzato. Al suo interno e a ovest dello stesso vi era un giardino, oggi unificato a formare l’ampio piazzale d’ingresso.
Lo scopo principale della nuova istituzione manicomiale era di riportare a Messina tutti i malati di mente in precedenza ospitati nei vari manicomi d’Italia; basti pensare che nel 1900, mentre il manicomio Mandalari contava solo 90 malati, quello di Palermo contava circa 150 alienati, appartenenti alla sola provincia di Messina. Nel 1903 nel nuovo Manicomio Mandalari i ricoverati arrivano a circa 300, avendo qui riunito tutti i malati originari della provincia messinese provenienti da altri manicomi; nel 1904 è ampliato l’organico del personale, portando a tre il numero dei medici e aumentando la quantità sia degli infermieri sia del personale di segreteria.
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