Il terremoto del 1908 costituisce uno spartiacque nella conduzione e nella crescita del manicomio. Il suo fondatore e proprietario, Lorenzo Mandalari, muore con tutta la famiglia sotto le macerie della sua casa di via Alighieri, nel centro di Messina. La proprietà di tutti gli immobili e terreni passa ai suoi eredi, mentre la conduzione amministrativa del manicomio è assunta dal nipote, l’avvocato Filippo Mandalari, e la direzione sanitaria affidata a Guglielmo Mondio. Le strutture edilizie non subiscono danni a causa del sisma e, dopo lo scompiglio generale dei primi giorni, il manicomio viene riordinato, riprende l’attività abituale e i nuovi dirigenti tracciano subito un altro programma di ampliamento. Se nel 1908 il manicomio è costituito da due soli fabbricati per accogliere circa 300 ricoverati, nel 1912 è formato da dieci padiglioni, tutti perfettamente arieggiati e forniti di luce elettrica e di acqua potabile, di un panificio e un’estesa lavanderia, raggiungendo una capienza di 874 ricoverati.
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