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I fase

Anno inizio: 
da 1884 a 1902
Tecnici: 

Già nei primi anni di gestione da parte della Congregazione di Carità di Fermo, la Commissione provinciale di controllo sul Manicomio aveva segnalato una serie di anomalie strutturali e gestionali, risolvibili solo con un organico progetto di riordino dell’intero complesso.

Nella relazione del dicembre 1884 la Commissione suggerisce la messa in cantiere di alcuni interventi ritenuti indifferibili, tra cui l’ampliamento del numero e delle dimensioni dei locali, la realizzazione di spazi adibiti a passeggio e il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie. Sulla scorta di tali indicazioni, la Congregazione di Carità edifica un nuovo padiglione per agitati, a un solo piano (3A-A), prolungando verso nord l’estremo braccio orientale dell’antica fabbrica del convento [FM_4_1_3; FM_4_3_8].

Il 21 agosto 1886 una Commissione Speciale, coordinata da Augusto Tamburini, compie un sopralluogo nel manicomio di Fermo, con lo scopo di stabilire gli interventi di miglioria da attuare sulle strutture e sull’organizzazione dell’intero complesso. La relazione conclusiva del 6 settembre 1886, a firma di Tamburini, prescrive l’ampliamento del numero e della capienza delle stanze di degenza, la realizzazione delle sale comuni, del refettorio e delle sale di soggiorno, la divisione del complesso in comparti distinti in base al tipo di disturbo mentale, il trasferimento in altra struttura del Baliatico, all’epoca posto tra i padiglioni 3-D e 3A-A. Gli interventi di manutenzione ordinaria saranno eseguiti a scaglioni negli anni successivi. Il padiglione della sezione agitati uomini (3A-A), sopraelevato di un piano e ampliato al piano terra, assumerà una diversa conformazione, coincidente con quella attuale [FM_4_1_4; FM_4_3_8]. Sul fianco nord della chiesa, in linea con la facciata, si erige un piccolo edificio a un piano destinato, nel corso degli anni, prima a infermeria, poi a residenza e, per finire, a officina. Un intervento significativo, soprattutto per le implicazioni di carattere strutturale che ne deriveranno, è l’ampliamento dell’ala anteriore del complesso conventuale, su cui si apre l’ingresso principale (padiglione 1-B), e l’erezione, parallelamente al corpo di fabbrica orientale del convento, di una lunga manica a tre piani, di 5x25 m., destinata alle semi-tranquille [FM_4_2_1].

Il 12 aprile 1893 la Provincia di Ascoli Piceno e la Congregazione di Carità di Fermo stipulano una nuova Convenzione, con effetto dal primo gennaio 1894. Il documento fissa le scadenze temporali entro le quali si dovranno eseguire tutte le opere di miglioria necessarie ad adeguare lo stabilimento agli standard richiesti dalle moderne tecniche psichiatriche. La Congregazione di Carità di Fermo, adempiendo solo in parte agli obblighi sottoscritti con la Provincia, nel biennio 1895-1896 costruisce un nuovo padiglione a pianta rettangolare (5), su un’area a valle dell’ex convento [FM_4_1_4; FM_4_3_3].

Dieci anni dopo, nel 1916, il nuovo direttore Romolo Righetti, così descriverà in una relazione a stampa questo nuovo edificio: “[…] non rappresenta un tipo di costruzione manicomiale recente. È un corpo di fabbrica unico, di forma rettangolare molto allungata (103x12 m) a due piani. Nella sua parte centrale l’edificio è percorso longitudinalmente in ambedue i piani da un corridoio, illuminato ai due estremi da finestroni e fiancheggiato da due serie di stanze. In corrispondenza degli sbocchi delle due gallerie il corridoio è interrotto da due vestiboli, dai quali si accede a due scale ampie e luminose, che mettono in comunicazione il piano terreno con il piano superiore. […] Al di là dell’edificio esiste un terreno dalla superficie complessiva di mq. 3.522,60, recinto da muri non tanto alti da riuscire a togliere la vista della campagna ai ricoverati; esso è suddiviso da due muri perpendicolari in tre corti uguali, che servono da passeggio per tre sezioni di malati” [FM_4_2_4; FM_4_2_5; FM_4_3_4; FM_4_3_9].

La Commissione speciale per il Riordinamento del Manicomio, in una relazione del 12 dicembre 1900, assegna alla Provincia la competenza in materia di assistenza e ricovero dei mentecatti poveri e ribadisce la scelta di ubicare il complesso manicomiale a Fermo. Il 17 maggio 1902 il Consiglio provinciale approva all’unanimità “l’acquisto dei terreni e dei fabbricati (compresa la chiesa) di proprietà della Congregazione di Carità di Fermo, attualmente adibiti ad uso Ospedale, Manicomio, Baliatico e servizi dipendenti”. Dal 28 marzo 1906 la proprietà e la gestione del manicomio passeranno ufficialmente alla Provincia e, contestualmente a tale trasferimento, si varerà un articolato programma di iniziative finalizzate al miglioramento gestionale-amministrativo, tecnico, scientifico e architettonico-strutturale dell’intero impianto.

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