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III fase

Anno inizio: 
da 1948 a 1962

Dal 1948 si avvia un organico complesso di interventi finalizzati alla riconfigurazione generale e alla razionalizzazione dell’intero complesso psichiatrico. Il 28 febbraio dello stesso anno il direttore, Lelio Grimaldi, in una sua relazione pone in evidenza il problema della mancanza di uno specifico padiglione per malati infettivi. Tra il 1948 e il 1955 l’Ufficio tecnico provinciale, diretto dall’ingegnere Francesco Cimica, elabora tre diversi progetti di massima, relativi al nuovo padiglione Infettivi (padiglione 11). Il primo, datato marzo 1948, individua in un’area a nord dell’ex convento il luogo in cui edificarlo [FM_4_2_10; FM_4_2_11]. Tale scelta comporta un generale riesame dell’organizzazione logistica e funzionale dell’intero complesso, tanto che tutti gli edifici della colonia agricola saranno spostati in un’area a sud dell’ospedale psichiatrico provinciale.

Il progetto originale del padiglione Infettivi sarà modificato da una variante del gennaio 1950 e appaltato nell’aprile 1954 [FM_4_2_12]. Non appena iniziati i lavori, un’ordinanza del Sindaco di Fermo impone che il nuovo padiglione sia costruito a una distanza dalla pubblica via maggiore rispetto a quanto inizialmente previsto. Tali contingenze determinano l’elaborazione di un terzo progetto e, nell’aprile del 1955, è presentata l’ultima e definitiva proposta per il padiglione 11. Si tratta di un parallelepipedo su due livelli fuori terra, più un seminterrato, delle dimensioni di 15,05 x 23,90 m. in pianta e m. 11,16 in altezza. I piani, rialzato e primo, sono entrambi adibiti a funzioni sanitarie; la copertura è a terrazza. L’immagine esterna richiama il linguaggio del razionalismo italiano, qui proposto in una versione assai semplificata [FM_4_2_14; FM_4_2_15].

Inoltre, nel gennaio 1948, sul progetto redatto nel 1941 dall’Ingegnere Capo della Provincia, Francesco Cimica, si inizia la costruzione della nuova lavanderia (padiglione 8) che, sia nella distribuzione degli ambienti sia nell’immagine architettonica, è riconoscibile per una forte connotazione funzionalista e per la rigorosa razionalizzazione dei processi costruttivi [FM_4_2_9]; poi, nel settembre del 1954 lo stesso fabbricato viene sopraelevato di un piano.

Tra gli anni cinquanta e sessanta, alcuni edifici a carattere utilitaristico sono ristrutturati, come avviene nell’ottobre 1951, con i lavori di manutenzione straordinaria delle stalle (padiglione 7). Altri padiglioni sono edificati ex novo, a esempio la casa da destinare ai malati impiegati nella colonia agricola (paglione 6), costruita nell’ottobre 1963 a sud dell’ex convento. In seguito a quest’ultimo intervento, l’edificio prima adibito a questa categoria di alienati, detto casa colonica Vinci, è trasformato in padiglione delle bambine.

Oltre ai citati interventi di nuova edificazione, l’Amministrazione provinciale prosegue nell’opera di manutenzione dei padiglioni esistenti. Si operano interventi di miglioramento strutturale: nel settembre 1951 si trasformano in Teatro alcuni locali semi-interrati della zona absidale dell’ex chiesa dell’Annunziata (padiglione 4-E) e si attuano opere di consolidamento della volta [FM_4_2_13]; nel luglio 1952 si procede con l’irrigidimento del solaio dell’ingresso (padiglione 2-C), ottenuto con l’inserimento di una trave in calcestruzzo su pilastri.

Oltre a questi lavori, nel marzo 1955 l’Ufficio tecnico provinciale, ancora a firma di Francesco Cimica, elabora un ampio progetto di ristrutturazione generale che avrà notevole incidenza su tutta la parte antica dell’ex complesso conventuale [FM_4_2_16; FM_4_2_17; FM_4_3_6; FM_4_3_8; FM_4_3_10]. Insieme alle necessarie opere di finitura, in esso sono compresi pesanti interventi di ricostruzione di volte, solai e porzioni di muratura, nonché, di poco successive, opere di ridistribuzione degli spazi e dei percorsi interni [FM_4_2_18]. Altro settore progettuale è quello impiantistico, di particolare interesse perché ha lo scopo di raggiungere un’alta qualità dei servizi di cura, tanto che nei padiglioni sono aggiornati e messi a norma tutti i sistemi tecnologici: elettrico, idrico, termico, meccanico. Data l’enorme mole di opere previste dal progetto, gli interventi saranno attuati per stralci.

Sempre nello stesso periodo si realizzano interventi di sistemazione delle aree esterne, oggi ancora visibili: del maggio 1959 è la ricostruzione dell’intera recinzione del complesso [FM_4_1_5]; dell’aprile 1960, la realizzazione di un’opportuna sottofondazione delle strade di accesso ai padiglioni.

Le trasformazioni appena descritte ridefiniscono in modo radicale l’organizzazione generale dell’Ospedale psichiatrico, la cui consistenza rimarrà pressoché inalterata fino alla riconversione a nuovo uso. Da un punto di vista tecnico organizzativo, il principale attore di tale periodo è stato certamente l’Ingegnere capo della Provincia, Francesco Cimica.

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