Nominata dall’Amministrazione provinciale di Lecce un’apposita commissione per esaminare se l’ex convento degli Alcantarini fosse adatto a ospitare la sede del manicomio – come testimoniano i documenti d’archivio - e valutato positivamente “il luogo tutto, per l’aria, per la opportuna e giusta distanza dal centro della città” e per essere circondato da ampi spazi a verde di proprietà della stessa Provincia, il Consiglio provinciale incarica l’ingegnere Capo dell’Ufficio tecnico, Luigi Libertini, di redigere il “progetto di arte”.