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BIANCHI Leonardo

II fase

Dopo la morte dello storico direttore Venturi nel 1900, alla guida dell’istituto girifalcese giunge Romano Pellegrini (1903-1913). Il sopralluogo del medico provinciale nel 1905 mette in luce una situazione critica dovuta al sovraffollamento dei malati in ambienti ristretti, problema derivante dai vincoli dell’edificio d’origine e, purtroppo, ancora insoluto. La risposta si orienta verso una soluzione radicale, con la costruzione di una nuova sede manicomiale a Catanzaro.

I fase

Nominata dall’Amministrazione provinciale di Lecce un’apposita commissione per esaminare se l’ex convento degli Alcantarini fosse adatto a ospitare la sede del manicomio – come testimoniano i documenti d’archivio - e valutato positivamente “il luogo tutto, per l’aria, per la opportuna e giusta distanza dal centro della città” e per essere circondato da ampi spazi a verde di proprietà della stessa Provincia, il Consiglio provinciale incarica l’ingegnere Capo dell’Ufficio tecnico, Luigi Libertini, di redigere il “progetto di arte”.

I fase

Nel gennaio del 1871 la Deputazione provinciale di Napoli nomina una commissione composta da tre consiglieri (il cavaliere Mantese, il cavaliere Mazza, il Duca di San Donato) incaricandola sia di prendere accordi con il manicomio di Aversa per il ritiro dei mentecatti poveri del proprio ambito territoriale, sia di provvedere all’adattamento dei locali dell’ex convento di Santa Maria dell’Arco.

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