La redazione dei disegni per la costruzione dell’ospedale psichiatrico avviene in due fasi successive, con notevoli varianti alla proposta, poiché gli autori di quella di massima non sono gli stessi di quella esecutiva. Il progetto di massima, redatto nel 1876 dall’Ufficio tecnico provinciale, assume come area insediativa la località Ronco-Selvetto e ha come matrice l’esempio imolese, di cui mantiene la caratteristica dei padiglioni ravvicinati, ma ne modifica la forma complessiva, aprendo i cortili laterali e chiudendo a emiciclo l’asse centrale dei servizi. Un primo blocco di opere per ospitare 577 malati è deciso dal Consiglio provinciale con delibera del 4 giugno 1878, ma per il completamento dei lavori si prevede un tempo di quattro anni.
Il progetto esecutivo del 1878-79, opera degli ingegneri Pietro Luzzani e Giuseppe Casartelli, differisce notevolmente da quello dell’Ufficio tecnico, poiché propone un impianto planimetrico più compatto, capace di ospitare 440 malati [CO_4_2_1; CO_4_2_2]. Nell’ampio spazio centrale, lungo l’asse sud-ovest/nord-est, sono disposti l’ingresso principale con l’edificio dell’amministrazione [CO_4_3_1; CO_4_3_2; CO_4_3_3], le cucine, i bagni e le lavanderie comuni, separati da spazi verdi. Ai suoi lati, quattro padiglioni racchiudono due vasti cortili rettangolari, dove sono inseriti padiglioni più piccoli, con pianta a “T”. Questi padiglioni di degenza sono distribuiti simmetricamente: i tre laterali, a destra rispetto alla direzione, utilizzati come sezione femminile, quelli a sinistra per la sezione maschile. I padiglioni più vicini all’edificio direzionale sono riservati agli agitati e alle agitate; quelli centrali, di minor ampiezza, sono adibiti a infermeria; gli ultimi, accolgono i tranquilli e le tranquille. I quattro edifici più grandi dei reparti di cura hanno al piano terra il refettorio e le sale comuni, al primo e secondo piano i letti degli ammalati. Tutti i padiglioni sono collegati tra loro e con gli altri edifici del complesso tramite percorsi coperti.
Predisposta dagli stessi ingegneri, ma non accolta, esiste una variante al progetto, del 1879, che differisce da quanto poi realizzato per la forma dei padiglioni centrali, che non hanno più la pianta a “T”, ma lineare; nell’insieme avrebbero definito, con i padiglioni d’ingresso e dei servizi, un impianto quadrilatero distribuito da collegamenti coperti [CO_4_2_3; CO_4_2_4; CO_4_2_5; CO_4_2_6].
I lavori di costruzione terminano il 1882, con l’inaugurazione del complesso il 28 giugno. In seguito, entro il 1905, il manicomio è modificato con la costruzione di due nuove ali laterali, in cui sono collocati le celle e i bagni, che chiudono il lato libero dei grandi cortili: ne deriva un impianto di forma claustrale e più accentrato rispetto all’esecutivo originario. In posizione distaccata, sul fronte posteriore del complesso, entro lo stesso anno sono costruiti il piccolo edificio quadrangolare della cella mortuaria e un corpo edilizio adiacente.
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