Negli anni Settanta, nonostante i numerosi interventi migliorativi e i nuovi progetti in cantiere, il complesso subisce un lento processo di de-funzionalizzazione, conclusosi con l’abbattimento delle strutture psichiatriche intorno alla metà degli anni Novanta. Infatti, l’emanazione della L. 180/1978 segna una tappa fondamentale nell’acceso dibattito culturale in materia di superamento della funzione coercitiva degli ospedali psichiatrici, di fronte alla quale anche quello reggino deve predisporre gli imprescindibili adeguamenti.
Sin dal 1973 vengono varate politiche di riesame della funzione segregante da sempre ricoperta dall’istituto. A partire da questa data, infatti, le condizioni di degrado vissute dai pazienti vengono rese note all’opinione pubblica e benefiche iniziative sono messe in atto dall’equipe del neodirettore Mario Scarcella (1973-1977), nel tentativo di indurre gli enti locali alla preparazione di un programma di superamento dell’O.P. Queste riguardano, in sintesi, l'apertura fisica dei cancelli e l’attivazione di un reparto di osservazione che agisca quale filtro ai nuovi ingressi, allo scopo di non produrre ulteriori lungodegenze.
Con l’entrata in vigore della “legge Basaglia”, intanto, la struttura viene posta sotto il controllo della USL di Reggio Calabria: cessata l’attività nel 1984, fino al 1990 si accettano esclusivamente degenze di pazienti già in precedenza ospitati.
Nel corso degli anni seguenti, l’O.P. va incontro a una irreversibile e inarrestabile degenerazione strutturale: la gravità della situazione apparsa al medico provinciale nel 1987 rende evidente l’impossibilità di procrastinare ulteriormente la sua chiusura. Il 9 luglio 1990 si dà così inizio allo svuotamento dei locali con il conseguente trasferimento dei malati in comunità-alloggio appositamente attrezzate e distribuite sul territorio provinciale. Il 21 marzo 1992, conclusasi la dislocazione dei pazienti, si procede al definitivo smantellamento del vecchio ospedale, con la cessione a titolo gratuito dell'area all’Arma dei Carabinieri, che dispone l’abbattimento delle strutture ormai fatiscenti e nel 1995 completa la costruzione dell’attuale Scuola Allievi Ufficiali [RC_4_1_3].
Il nuovo complesso ancora oggi si avvale, per lo svolgimento delle funzioni religiose, della cappella originariamente costruita al servizio del manicomio [RC_4_3_13], unica testimonianza di una delle strutture psichiatriche più avanzate dell’Italia meridionale.
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