Dopo la sua inaugurazione nel 1932, l’istituto reggino può lavorare a pieno regime perché completo nella parte strutturale, ben rifinito ed equipaggiato. La sua funzionalità viene assicurata grazie anche alla contestuale ultimazione delle reti d’approvvigionamento interne al complesso, sicché gli sforzi dei dirigenti, fino al 1938, possono indirizzarsi al completamento e potenziamento della colonia agricola. Qui, infatti, in una nuova zona acquisita, separata, benché limitrofa ai preesistenti possedimenti, è previsto un programma sperimentale, sul modello del manicomio di Imola Osservanza: in una casa colonica alcuni pazienti scelti avrebbero provveduto al proprio sostentamento in completa autonomia, con la sola supervisione di un contadino-capo.
Nei successivi anni Quaranta e fino alla prima metà dei Cinquanta non si registrano lavori significativi nell’istituto, al di là della semplice manutenzione ordinaria. Solo tra il 1955 e il 1966, a seguito dell’aumento della popolazione manicomiale, si provvede all’ampliamento e adattamento di alcuni padiglioni preesistenti, nonché alla progettazione di tre stabili, allo scopo di istituire nuovi reparti di osservazione e cura per uomini e donne. I progetti restano però sulla carta e s’introducono soltanto piccole migliorie volte a soddisfare le richieste dei visitatori, come la tettoia adiacente la portineria (1958), che evita ai parenti l’esposizione alle intemperie durante l’attesa ai cancelli d’ingresso.
Questa fase è caratterizzata soprattutto dal tentativo di rafforzamento dell’offerta assistenziale nel settore psichiatrico della provincia di Reggio. Tra il 1966 e il 1970, infatti, si pianifica la costruzione, previo concorso di progettazione, di due nuovi ospedali psichiatrici, di cui uno nella Locride, per il versante jonico, e l’altro a Taurianova, per quello tirrenico. I nuovi presidi avrebbero dovuto affiancare il complesso nel capoluogo, dove, invece, si sarebbe provveduto a un generale rinnovamento edilizio. Difatti, nella struttura di Reggio, tra il 1967 e il 1968, si ammoderna la rete fognaria interna e la si allaccia a quella comunale; l’anno seguente si amplia la vaccheria nella colonia agricola e si dota lo stabilimento di un impianto d’incenerimento dei rifiuti solidi; tra il 1970 e il 1971, infine, si completano i percorsi d’accesso e si sistemano i vialetti interni, mentre la portineria viene dotata di sale di attesa e di un alloggio per il custode.
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