Dalla seconda metà degli anni cinquanta si procede con la sistemazione dei cortili, della lavanderia [PR_4_2_5], del guardaroba; è ampliato il soggiorno tranquilli e si sistemano due alloggi nell’ex forno [PR_4_2_6], ma resta da attuare un vero e proprio piano di rinnovo globale nel reparto maschile, sulla falsariga di quello già realizzato in quello femminile. Si dà così il via all’esecuzione del secondo stralcio di lavori, che prevede la copertura del canale Naviglio fino a via Roma, sia per allontanare i miasmi sia per poter disporre di una vasta area ove sviluppare nuovi padiglioni [PR_4_2_7]. Il programma edilizio prevede le seguenti costruzioni: un’ala di fabbricato parallela a quella esistente degli agitati, a sviluppo nord-sud; un’ala di collegamento, con sviluppo est-ovest; un edificio a “T”, collegato ai precedenti e con sviluppo est-ovest; un nuovo locale da adibire a forno e cucina; inoltre, prevede il completamento edilizio nell’area dell’ex forno con la creazione di un sistema di smistamento dei reparti e la sistemazione e adattamento dell’esistente: a piano terra, agitati e semi-agitati con ampi cortili [PR_4_3_4] e refettorio, e soggiorno tranquilli; al primo piano, osservazione, infermeria, sala cura, isolamento infermeria, servizi RX, EEG, ECG, cronici, epilettici e pensionati; a piano secondo dormitori infermieri, tranquilli e lavoratori.
All’interno del piano di trasformazione del reparto maschile [PR_4_3_5; PR_4_3_6] si realizzano numerosi altri lavori, come la costruzione di un nuovo edificio su via Roma da destinare ad alloggio per i dipendenti e di un deposito per cicli e motocicli (nell’area ex guardaroba). Si realizzano servizi igienico-sanitari nell’ex palazzo ducale per nuovi reparti ospedalieri, si adattano a dormitorio uomini i locali nel fabbricato sud, si sistemano i cortili centrali; inoltre, si attuano opere di manutenzione (riparazione tetti) e riorganizzazione dei servizi igienici nei reparti femminili, croniche e alloggio suore. Sono previste anche opere di ammodernamento del fabbricato centrale (ex convento), attuate tra fine anni cinquanta e decennio successivo, e la costruzione di un’ala destinata ai cronici, che si stacca ad angolo retto verso est dal reparto agitati; la prosecuzione dei lavori in quest’area sarà successiva al completamento della copertura del canale [PR_4_2_8; PR_4_2_9].
Da un resoconto del 1961 si evince che sono in corso di esecuzione i lavori nel reparto lavoratori (a piano terra soggiorno e refettorio e al primo e secondo i dormitori), conclusi nel luglio 1962, e nella sezione degli agitati. Tra le opere in attesa di finanziamento figurano il progetto di ridimensionamento dei reparti maschili [PR_4_2_10] e il progetto di costruzione dei padiglioni per paganti [PR_4_2_11], gli alloggi per il direttore, per l’economo e per quattro medici esterni; tra i lavori in studio sono il fabbricato centrale, quello sud e il padiglione delle donne paganti. Nel 1963 sono completati i lavori dell’ala est del fabbricato, compresa la centrale termica e il sistema di riscaldamento a termosifoni. Per la realizzazione delle opere nel fabbricato centrale (servizi) sono previsti due stralci di lavori, conclusi nel 1969. Parallelamente iniziano i lavori di sistemazione dei servizi elettrodiagnostici, conclusi due anni dopo.
Negli anni successivi si sistemano alcuni cortili interni dei reparti femminili e la camera mortuaria, si riparano tetti e terrazzi, si eseguono lavori per la sistemazione dei servizi igienici dei tranquilli e si collocano le vasche per epilettiche e croniche; inoltre, si attuano piccole opere (cucina delle suore, sala cura dell’ala sud, sala guardia degli agitati), si sistemano facciate, cortili, muri di cinta e si realizza un nuovo cortile per le agitate [PR_4_2_12]; e, ancora, lavori alla fognatura, agli impianti di riscaldamento nei reparti agitate, infermeria e dormitori tranquille. Gli ultimi lavori di rilievo riguardano la costruzione di un edificio prefabbricato nel piazzale della lavanderia per le tecniche ergoterapiche e di un altro per il soggiorno, il refettorio e i relativi servizi. Un nuovo riadattamento del reparto donne è previsto nel 1970.
Nella piena “stagione dei movimenti” il manicomio di Colorno diventa il punto di riferimento delle nuove istanze riformatrici, sostenute dal direttore Franco Basaglia (1970-71) e l’emblema della lotta contro le istituzioni totali. Proprio qui Basaglia inizia l’opera di rinnovamento del servizio psichiatrico, ma ben presto, per dissidi politici e impedimenti burocratici, sarà costretto a dimettersi.
In seguito alla dismissione imposta dalla Legge del 1978, il complesso edilizio è parzialmente interessato da opere di riqualificazione, fra cui la destinazione ad Archivio Storico del Manicomio (dal 2004) e a sede dell’ALMA-Scuola Internazionale di Cucina Italiana. Oggi, tuttavia, è in gran parte defunzionalizzato e in stato di abbandono (in particolare gli ambienti interni dell’ex convento) [PR_4_1_3; PR_4_3_7; PR_4_3_8; PR_4_3_9; PR_4_3_10; PR_4_3_11], ma in attesa che sia reso operativo il Piano particolareggiato (dicembre 2012), teso a ricostruire la sua identità di settore urbano contrassegnato da notevoli caratteristiche posizionali e valori figurali di emergenza monumentale di qualità [PR_4_3_12].
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