La guerra e l’attesa per l’elaborazione di un idoneo piano di riammodernamento del complesso portano negli anni cinquanta a un completo ripensamento dello stesso, pur continuando i lavori per l’impianto di nuove cucine, per le opere di ripristino e parziale ricostruzione dei muri divisori e del magazzino. Nel 1950 si fa avanti l’idea di una risistemazione funzionale del reparto femminile [PR_4_2_2]. Tra questa data e la redazione del progetto si avviano diverse opere, che pongono le condizioni ideali per l’inizio dei lavori veri e propri: impianti di riscaldamento nei dormitori agitate, osservazione e infermeria donne; adattamento dei locali al piano secondo del corpo centrale a uso dormitorio dei tranquilli; lavori nella lavanderia [PR_4_3_3]; costruzione di un alloggio per il custode dell’acquedotto; riparazioni di scale, grondaie e pluviali; ripristino di servizi igienici; lavori per l’impianto radiologico.
Il piano di sistemazione organica del reparto donne è ampiamente spiegato dallo stesso ingegnere capo, Visioli, attraverso la descrizione dei vari lotti di lavoro: I° lotto, opere murarie dei reparti osservazione e infermeria donne; II° lotto, sistemazione nell’ala del teatro, tra cui demolizione del tetto, dei pavimenti e dei solai del secondo piano; III° lotto, lavori alla sala bagni e docce nella sezione pensionate; IV° lotto, lavori nell’angolo sud-est del “quadrilatero”, nel punto di collegamento con il palazzo, nella parte che ospitava le agitate, le tranquille e le suore; V° lotto, sistemazione di strade e vie d’accesso; VI° lotto, lavori in due reparti (croniche e semi-agitate) e nell’alloggio suore; VII° lotto, opere nel locale guardaroba.
I lavori comprendono anche la sistemazione dell’ala del teatro lungo il Parma, dei servizi igienici, oltre alle rifiniture nella sezione pensionate e della relativa scala di servizio, delle ali sud-est del palazzo e lo spostamento del guardaroba in corrispondenza della lavanderia.
Tra il 1952 e il 1954 si completano i lavori ai dormitori per le pazienti agitate e quelli di riparazione dell’impianto di riscaldamento dei settori femminili, del servizio lavanderia, dell’impianto idrico e dell’atrio, e anche di quelli previsti nel piano organico per la risistemazione dei bagni femminili nei fabbricati delle pensionate, oltre alle opere nell’ala Paradiso e Galleria, nei fabbricati dell’infermeria, nel teatro e servizi, che concludono di fatto la sistemazione del reparto femminile.
Da una relazione dello psichiatra Luigi Tomasi si ha un’idea della situazione dell’intero complesso manicomiale tra il 1948 e il 1955: problemi sono dovuti a inefficienze negli impianti (idrico, sanitario, fognario) compresi quelli elettrico, di cui non esiste nemmeno una pianta della rete, e di riscaldamento, per lo più funzionante a stufe. Inadeguatezze appaiono chiare nel complesso dei servizi: la camera mortuaria è relegata in un piccolo edificio nel parco, privo di attrezzature, mentre la lavanderia, i laboratori e le officine sono strutture inadeguate. Così, ultimati i lavori nei reparti femminili (salvo quelli nelle sezioni croniche, epilettiche e isolamento infermeria), l’ufficio tecnico redige un progetto di risistemazione anche della parte maschile per ovviarne le deficienze [PR_4_2_3], realizzando subito il primo stralcio di lavori nel reparto tranquilli: ampliamento del soggiorno e del dormitorio, sistemazione del mezzanino e del cortile interno, collegamento coperto con il refettorio. Applicando un piano organico di riordinamento che tenga conto di tutti i progressi della tecnica e della scienza ospedaliera, si interviene principalmente sull’esistente, con la livellazione di piani, il rifacimento di scale e la riorganizzazione dei reparti [PR_4_2_4].
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