L’8 dicembre 1943 l’Ospedale psichiatrico subisce il bombardamento degli Alleati; i danni sono ingenti, in particolare agli edifici collocati a est, e numerosi i morti. Il direttore, Giovanni De Nigris, trasferisce metà dei pazienti in strutture manicomiali vicine e la restante metà nella sede provvisoria di Sassoferrato: una piccola scuola adeguata allo scopo. Quando alla fine del 1947 le truppe alleate lo derequisiscono, il complesso psichiatrico è gravemente deteriorato, non solo per gli effetti dei bombardamenti, ma soprattutto per i quattro anni d’incuria. In una relazione del 20 ottobre 1947, Mariotti illustra il piano di ristrutturazione redatto in accordo col direttore, De Nigris, e con la consulenza del direttore emerito, Gustavo Modena. Si decide di suddividere i lavori in più lotti, iniziando da quelli più semplici e necessari [AN_4_2_19].
Si avvia subito il cantiere del padiglione Servizi generali, edificio indispensabile al funzionamento di tutto il complesso. A questo seguono, nel 1948, i lavori ai padiglioni danneggiati nelle sole parti secondarie o di finitura. Nello stesso anno si procede alla ristrutturazione degli edifici minori connessi all’apparato organizzativo, che presentano danni di media entità. Dalla metà del 1949 si dà avvio ai lavori per i padiglioni da demolire, totalmente o parzialmente, e poi da ricostruire, cioè i due edifici adibiti a laboratori e studi medici e le due sezioni (donne e uomini) per i malati tranquilli [AN_4_3_6; AN_4_3_12].
In generale si distinguono due distinti approcci progettuali. Negli edifici non particolarmente compromessi, si adottano interventi finalizzati a riproporre l’immagine della costruzione originaria, rispettando i materiali e le tecniche costruttive tradizionali. Differentemente, nei fabbricati da demolire e ricostruire, pur mantenendo fede alla coerenza formale dell’insieme, si fa ampio uso di tecniche costruttive moderne, in particolare telai in calcestruzzo armato, poi celati sotto un involucro murario mimeticamente ricostruito.
A completamento del programma di ristrutturazione dell’Ospedale psichiatrico, il 15 febbraio 1950 l’ingegner Eugenio Vecchiarelli, direttore dell’Ufficio tecnico provinciale, presenta il progetto di costruzione di un nuovo padiglione a due piani a uso lavanderia, che sarà costruito lungo il lato nord-ovest dell’area manicomiale [AN_4_2_20; AN_4_2_21].
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